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Da “Il Giornale della Frentania” – anno III – num. 30 – Aprile 2008
di Anna Santoro
Se cercate un cane da esibire in giardino, l’alano non fa per voi.
Tutti lo conosciamo, anche attraverso i fumetti dove, di nome Sansone. è rappresentato al fianco della sua padroncina vestita stile anni 60 dai capelli stilati e i pantaloni a zampa di elefante, spesso comodamente sdraiato in poltrona a vedere la televisione.
Un cane gigantesco: i maschi sono alti minimo 80 cm e le femmine 72. Ma alcuni arrivano anche a 90/95 cm al garrese. Peso: 70/80 Kg.
“Alanomania: è la passione per questa razza; io la chiamo così — dice Ylenia — una passione incomprensibile per tutti coloro che non hanno mai avuto a che fare con gli alani”. Ylenia ha circa 30 anni. Abita alla periferia di Ortona e con Raffaele, hanno un bambino di un anno che si chiama Tommaso, condivide l’amore per gli alani e un allevamento amatoriale. “Una passione che ti porta ad alzarti al sorgere del sole e a percorrere centinaia e centinaia di chilometri per raggiungere chissà quale località italiana per presentare, solo per cinque minuti, il tuo pupillo nel ring delle esposizioni oppure per scambiare opinioni con altri amanti della razza”.
Oggi Ylenia dice questo, ma un tempo non la pensava così. E ricorda quando, aveva 17 anni, incontrava Raffaele per il corso di Ortona. Era il 1993: “Quel cane, enorme ed elegante, la sera correva su e giù per Corso Vittorio Emanuele in in mezzo alla gente affascinata e impaurita. Famosissimo: non ce n’erano altri. Senofonte era il suo nome di pedigree. Preso dall’allevamento dell’Armida di Milano, ma Raffaele lo chiamava Marx”. Senofonte muore nel 97 a soli 4 anni.
Poco tempo dopo Ylenia e Raffaele si mettono insieme.
“Te lo scordi che gli alani staranno in casa!” gli dice quando Raffaele cerca di convincerla a prenderne uno. Ma Raffaele la spunta, e nel 2002 comprano Dangerous Dream da loro chiamato Baldo, che in pochi mesi guadagna il titolo di “Campione italiano” e di ‘Campione SIA dell’anno 2005”.
“Gli alani ti rapiscono il cuore e non te lo ridanno più indietro” dice Ylenia mentre prepara la pastina per Tommaso.
Qualche cenno storico:
L’Alano Tedesco è conosciuto anche come “Grande Danese”. Pare che la sua derivazione sia dovuta a incroci tra grandi cani Mastini e Levrieri.
Gli studiosi ritengono che questi incroci siano stati realizzati grazie a importazioni da parte di commercianti Fenici. Le sue origini risalirebbero ai tempi dell’Antica Grecia. Ma è in Germania che comincia una vera selezione: nel 1878, a Berlino, un comitato di allevatori e giudici, sotto la presidenza del dott. Bodinus, raggruppa le varietà ponendo la prima pietra per l’allevamento di una razza di origine tedesca.
Nel 1880 viene redatto il primo “Standard dell’Alano Tedesco”.
A partire dal 1888 la razza viene affidata al “Deutscher Doggen Club 1888 e V.”, che nel corso degli anni ne modifica lo standard.
“In futuro vogliamo dar vita ad un allevamento vero e proprio di alani, ma con molta umiltà. In Abruzzo ce n’è uno solo: di Fulvi e Tigrati; è all’Aquila.
Al Nord, invece, sono tantissimi, e con molta esperienza e professionalità”.
Ma anche a Ylenia e Raffaele l’esperienza pare che non manchi proprio: studiano e si aggiornano continuamente, con competenza, amore, serietà, onestà e responsabilità di tipo etico.
“Ci affascina l’idea di creare soggetti con caratteri morfologici ideali. Alla fine non ci andiamo nemmeno a guadagnare!” Infatti, tra le tante battute che circolano sulle spese altissime per questi cani, una è che: “il budget mensile supera l’importo del mutuo”!
“Essere allevatori significa approfondire le conoscenze sulla razza. I buoni allevatori non piazzerebbero mai loro cuccioli in un normale negozio di animali” dice Raffaele. Ma significa anche migliorarne la qualità secondo quanto previsto dalla Federazione Cinofila Italiana. Fondamentale è l’accoppiamento, con regole ben precise dalle quali non si può prescindere: nel 1976 in Italia è entrata in vigore una serie di norme proposta dalla Società Italiana Alani, un’associazione senza fini di lucro nata nel 1920.
Allevati in cinque colori distinti, Fulvi, Tigrati, Arlecchini, Neri e Blu, oltre all’accoppiamento risultano fondamentali anche la selezione e la crescita.
Quelli di Ylenia e Raffaele sono Alani Blu. I due hanno anche un sito, dove sono riassunti consigli, spiegazioni sulle patologie, nonché nozioni di pronto soccorso, norme per la partecipazione ai campionati e un glossario cinofilo.
Nello stesso è raccontata pure la loro storia: di come nell’agosto del 2005 decidono di trovare una compagna a Dangerous Dream e prendono Jelenia. E poi parlano di Kiss me Baby dei Monti del Keraton. E della prima cucciolata di Dangerous Dream e Jelenia, poi dì Antartika Ice Princess che, ancora cucciola, nella loro casa scappa per la paura “quando nostro figlio Tommaso gira intorno al tavolo della cucina col girello”, perché i cuccioli degli alani vedono i bambini come loro superiori gerarchici.
Le curiosità:
“Vogliono stare in braccio, inconsapevoli della loro mole; Russano forte; Amano il caldo e odiano la pioggia; Si sentono talmente parte della famiglia che tendono a prendere tutte le abitudini del padrone: come sdraiarsi sul letto con la lesta sul cuscino, come vedono fare; Non attaccano all’improvviso come pazzi; Nonostante la maestosità si accontentano di poco spazio; Si attaccano morbosamente al padrone di cui hanno continuamente bisogno, e se mancano le coccole si ammalano di depressione” — aggiunge Raffaele.
Infine, dal loro silo, alcune battute: Sai di avere un alano quando:
– Porti a passeggio il cane e lutti conoscono il SUO nome;
– Hai imparato a sorridere quando chiedono “gli metti la sella a quel cavallo?”
– Può nascondere un’intera pallina da tennis nella sua bocca e guardarti innocentemente come per dirti: “Cosa? Non sto mangiando nulla”
– La torta che metti in cima al frigo non c’è più e il cane ha il muso sporco di zucchero;
– Accendi il camino, e non c’è posto per te davanti al fuoco.